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Galleria d'arte "Il Crocicchio"
via Martiri della libertà civ.63 r Campomorone - Genova
Tel 0347 2940784 - e-mail:aacrocicchio.arte@libero.it
Orario di apertura 10-12 / 16-19,30 tutti i giorni compresi festivi, chiuso il lunedi'.

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PASSAGGI Aurelia (Suor Margherita)
Genova 1883 – 1945.

NOTE BIOGRAFICHE

E’ nata da una famiglia agiata di Genova e sin dall’infanzia ha manifestato una forte sensibilità,sia etico-morale,sia estetica e una evidente propensione verso le attività artistiche,segnatamente quelle inerenti l’arte figurativa.
L’approccio a questa artista ci conduce, inevitabilmente e istintivamente, a ripercorrere, con la memoria, la storia e a pensare alla vita e alle opere di alcune categorie di artisti, operanti principalmente, ma non solo,nel campo delle così dette “Belle Arti”, che se pur bravi sono rimasti misconosciuti (anche se non sempre,per fortuna) al grande pubblico e qualche volta anche alla critica militante e con ciò si fa riferimento ad artisti con l’abito talare, alle donne e maggiormente alle religiose donne. Numerosissime sono state le donne artiste che nei secoli hanno espresso la loro aspirazione artistica e la loro creatività pur rimanendo segregate o circoscritte tra le mura di casa o del convento -spesso osteggiate dai familiari o dai superiori – senza potere coltivare o espandere fino in fondo le loro potenzialità creative. A queste ben si addice questo significativo titolo coniato proprio con riferimento a loro: “ L’(in)visibilità delle Donne nella storia dell’arte”.
Fra la consistente schiera dei predetti artisti se ne possono ricordare alcuni che, per nostra fortuna, sono riusciti,nonostante tutto e tutti, ad emergere dall’anonimato e ad imporre il loro indubbio valore. Fra quest’ultimi ricordiamo: per la categoria degli artisti con l’abito talare citiamo,uno su tutti, il frate Beato Angelico o Fra’ Angelico, al secolo Giovanni da Fiesole (1395-1455),ma anche il toscano Fra’ Bartolomeo, frate Domenicano, al secolo Baccio della Porta (1472-1517), oppure fra i contemporanei anche il sacerdote Don Francesco Boccardo (al quale è dedicata una pagina in questo sito); con riferimento alla categoria delle donne artiste ricordiamo le virtuose del Rinascimento e del Seicento Sifonisba Anguissola,Cremonese (1535-1625), prima esponente femminile della pittura europea e Artemisia Gentileschi,romana (1593-1653), per poi passare all’ artista internazionali Rosalba Carriera,veneziana (1673-1757), per arrivare alle pittrici moderne dell’impressionismo francese Mary Stevenson Cassat,statunitense (1844- 1926) e Berthe Morisot, pittrice francese (1841-1895) e infine alle grandi personalità del novecento Tamara De Lempik, polacca (1898-1980) e Frida Kahlo, messicana (1907-1954); relativamente alla categoria delle religiose donne ricordiamo la bolognese Caterina De’ Vigri, suora dell’ordine delle Clarisse (1413-1463),dichiarata santa,pittrice e letterata;sempre dell’ordine delle Clarisse le suore Cecilia Copoli,di Perugia, Eustochia Calafato da Messina, Battista Camilla da Varano di Camerino; la fiorentina Plautilla Nelli ,suora Domenicana, al secolo Polissena De’ Nelli (1523-1588) ; la Suora Orsolina Lucrina Fetti; Suor Veronica ,al secolo Teresa Berenice Vitelli (1706-1729); Suor Orsola Maddalena Caccia, attiva nel ‘600; Suor Leonarda Ordelaffi; la Suora veneta Maria di Gesù Martucci (1710-1801); concludiamo con un esempio “particolare”- che costituisce quasi una sintesi delle precedenti due ultime categorie-ricordando Monique Bourgeois, prima modella per i dipinti del grande Matisse e successivamente suora Domenicana con il nome di Suor Jacques-Marie. Abbandoniamo tale argomento che meriterebbe un capitolo a sé e che ci proponiamo di sviluppare in separata sede e apposita pagina tematica in questo medesimo sito, e torniamo al tema monografico.
Dopo aver conseguito il diploma di insegnante Aurelia Passaggi si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Genova acquisendo coli, con lo studio, una notevole padronanza tecnica e maestria nella composizione,nel disegno e nella pittura, soprattutto per quanto attiene la figura umana. Ma unitamente alla sua grande passione per la pittura Aurelia coltiva il suo grande amore per il prossimo e la sua forte spiritualità che si indirizza e sfocia nella religiosità e nella vocazione religiosa che la induce a scegliere di indossare gli abiti da suora e prendere i voti Religiosi. Non ancora ventenne Aurelia manifesta al padre,non credente, tale suo intendimento ricevendone un netto rifiuto.
Conosce il Barnabita Padre Semeria il quale la indirizza verso l’ordine delle suore Figlie della Carità, al cui contatto e sulla scorta del loro attivismo religioso e caritativo la vocazione di Aurelia trova maggior linfa. Alla vigilia del Natale 1905, dopo aver raggiunto la propria maggiore età e di fronte all’atteggiamento irremovibile del padre relativamente alla sua contrarietà a che la figlia prendesse i voti religiosi, Aurelia, in assoluta solitudine e dopo essere stata diseredata dal padre (in quell’epoca le madri non avevano voce in capitolo),lascia la casa paterna,senza rancori verso il proprio insensibile genitore ma con la speranza che lo stesso un giorno,anche grazie alle sue preghiere,possa convertirsi. Dopo un periodo di Postulato all’ospedale di Genova-Sampierdarena e il successivo periodo di noviziato (di formazione) presso il seminario di Torino nel 1906, “prende l’abito” e viene inviata a Campomorone(Genova) dove esiste e opera una attivissima casa delle suore di San Vincenzo, dette nel gergo popolare “suore cappellone” in quanto in capo portavano un copricapo bianco a grandi falde,quasi ali di colombe (tale copricapo caratterizzò questo ordine di religiose sino alla fine degli anni sessanta del secolo scorso. In tale grande istituto vengono ricoverati e accuditi e istruiti orfanelli e figli di povera gente ma,contemporaneamente, anche fanciulle appartenenti alla ricca borghesia genovese che frequentano come interne i vari gradi di corsi di istruzione scolastica , normalmente finalizzati alla formazione magistrale.
In questa scuola suor Margherita(Aurelia Passaggi) compie la sua missione svolgendo vari diversi compiti e mansioni: svolge corsi di disegno e pittura e finite le lezioni scolastiche assiste le collegiali durante i pasti, la ricreazione e le passeggiate. Naturalmente dipinge e lo fa finalizzando,principalmente,questa sua attività a realizzare quadri a tema religioso per le pareti della cappella del proprio istituto o di altri istituti religiosi o chiese. In questo sito sono riprodotte solo opere che si conservano a Campomorone ; è auspicabile che si possano rintracciare altre opere di quest’artista valente che certamente esistono conservate in altri diversi siti e località . Nel 1911 lo zio si reca a Campomorone per accompagnarla al capezzale del padre morente; Aurelia (suor Margherita) si precipita dal genitore sia per ragioni di affetto ,mai venuto meno nonostante il comportamento tenuto nei suoi confronti dal genitore, sia nella speranza,anch’essa mai cessata, di riconciliarlo con la fede in Dio. Purtroppo quando Aurelia raggiunge il padre questo è già deceduto,senza convertirsi e manifestando la “volontà di perdonare” la figlia, con ciò continuando a ritenere una colpa la scelta fatta da quest’ultima. Alla fine dell’anno scolastico 1933-1934 viene nominata Suor Servente a Voltri(Genova) e per svolgere tale nuovo incarico ( per lei nuova missione) Aurelia lascia Campomorone, dove ha operato come educatrice di cervelli e di anime e come artista per quasi trent’anni e soprattutto abbandona l’arte che tanto ama, per dedicarsi di assistenza nella sua nuova casa a Voltri.
A differenza del collegio di Campomorone (così veniva chiamata la struttura conventi zia di questa cittadina dell’entroterra genovese) che possedeva le caratteristiche per essere considerato,sia sotto l’aspetto didattico-educativo , sia sotto l’aspetto organizzativo,un centro di eccellenza,come si usa dire oggi, a Voltri Suor Margherita trova una struttura edilizia importante (era stata voluta e fatta costruire dalla Duchessa di Galliera nel 1880 per ospitarvi un orfanotrofio che doveva ospitare e istruire le bambine povere) ma caratterizzata da una organizzazione e una mentalità imperante antica,chiusa alle innovazioni,statica: le orfanelle ospitate nella casa passano troppe ore curve a lavorare sui telai, il gioco è quasi bandito, le espressioni di vitalità,vivacità, gaiezza che dovrebbero contraddistinguere le creature di quell’età infantile,sono limitate se non addirittura represse,per suor Margherita i corridoi e il giardino sono eccessivamente e innaturalmente silenziosi; per lei ciò è inaccettabile. Con tatto ma con decisione suor Margherita riesce, se non a fare capire ma,quel che conta a far accettare le proprie idee: introduce la Scuola Professionale Femminile, dove le bambine, finite le scuole elementari, hanno la possibilità non solo di continuare a studiare ma anche e soprattutto di imparare e specializzarsi in attività professionali quali il cucito,il ricamo,il taglio,il disegno. Ottiene che siano riservate maggiori ore alla ricreazione e alle passeggiate. Suor Margherita si dedica anima e corpo a questa sua nuova missione sociale di assistenza e di educatrice e per fare ciò abbandona totalmente la sua attività di pittrice. Nel giugno del 1940 la guerra fa sentire i suoi effetti anche a Voltri e dunque suor Margherita, così come centinaia di altri genovesi abitanti in città decide di “sfollare” per mettere al sicuro le consorelle e le bambine ospiti del l’ orfanotrofio e per fare ciò sceglie il suo mai dimenticato istituto di Campomorone. Nel 1944 un violento bombardamento distrugge Voltri , risparmiando,tuttavia,l’orfanotrofio e ciò è attribuito dalla fede popolare alle preghiere di Suor Margherita. In questo tragico momento per l’umanità e per l’Italia suor Margherita prende conoscenza di essere gravemente ammalata, l’accetta e ne segue gli sviluupi con serenità. Ciò la induce a riprendere in mano i colori e i pennelli e a rimettersi a dipingere,finche non sopraggiunge la sua morte nel febbraio del 1945 dopo aver pronunciato: “come sono felice di avere lasciato tutto per il Signore!”.
NOTE CRITICHE
– Le attività artistiche svolte dai religiosi,segnatamente quelle delle religiose, si possono catalogare quali espressione di un’arte “povera” che ha finalità esclusivamente devozionali che, in generale, rimangono circoscritte all’interno del monastero o alle Cappelle vicine e circostanti, oppure in espressione di un’arte di tipo professionale che si estende dal “monastero” alla Corte e alle case dei Patrizi, alle cattedrali o alle chiese importanti, ma anche a edifici pubblici civili, alle case dei ricchi borghesi. Le opere di Suor Margherita Passaggi non appartengono certamente alla prima fattispecie; si potrebbero ricondurre, per la loro qualità tecnica, alla seconda, se non fosse che la maggior parte dei suoi dipinti sono dislocati qua e là, in siti sconosciuti, almeno per chi scrive queste note, forse dispersi, quantomeno sino a oggi non rintracciati (speriamo che tramite questa “finestra” ci possano pervenire nuove informazioni su questa artista e i luoghi i dove sono conservate e collocate le sue opere), per cui è richiesta doverosa cautela nell’esprimere giudizi e stilare classifiche.
Noi non sappiamo se Suor Passaggi abbia ricevuto commissioni dall’esterno o se abbia dipinto soggetti svincolati dal tema religioso (a parte quello che è riprodotto in questo sito), certamente siamo in grado, tramite un giudizio ponderato e oggettivo , di riconoscere e affermare che l’opera di questa Suora è innegabilmente sorretta da una padronanza tecnica e capacità espressiva degna dei migliori professionisti della sua epoca.
La lettura delle opere di suor Passaggi non abbisogna di esegeti. I suoi dipinti a soggetto religioso animati da mistico fervore hanno una palese connotazione devozionale e una propensione alla pedagogia catechistica, riflesso di quella o quelle tendenza/e affiorata/e,sotto l’influsso dei Domenicani e ,soprattutto,dei Salesiani, a partire dalla seconda metà dell’800 e sviluppatesi sino all’inizio del ‘900, tese sia a valorizzare una santità della vita ordinaria e domestica,senza confini tra la vita contemplativa e l’attività umana, sia a prestare un’attenzione speciale alle classi subalterne e più umili ed emarginate e alle espressioni devozionali più specificatamente femminili (a proposito di emarginazione e subalternità),stante la crescente femminilizzazione della Chiesa ( tramite un corredo di indicazioni pratiche e liturgiche per le donne)volta a sopperire al crescente abbandono della Chiesa o alla professione di fede da parte degli uomini e dei ceti colti, proponendo loro stimoli ,suggestioni e richiami didattico educativi alla meditazione e alla preghiera tramite la rappresentazione d’immagini di episodi desunti dal vangelo,dalla vita di Gesù,scene legate alla venerazione della Madonna o dei santi,realizzate con immagini di grande dimensione, da collocarsi in alto su pareti alla vista di tutti i fedeli e di tutti i religiosi.
I culti portanti di tutta la devozione di detta epoca sono rivolti, oltre che quelli di Cristo e Maria, al Sacro Cuore,all’angelo custode, ai santi protettori. I dipinti di suor Passaggi pur essendo indubitabilmente figli del sopra detto clima culturale,caratterizzati da una narrazione agiografica e condizionati da citazioni aneddotiche popolari e temi iconografici stereotipati ,frutto di un connubio e di una sintesi fra parola di Dio, liturgia, catechesi , esperienza comunitaria , didattica e immaginario popolare, sono riscattati e valorizzati - oltre che dalla già riconosciuta maestria tecnica della pittrice- da una notevole capacità narrativa in cui il racconto fluente e lineare,che non disdegna le rappresentazioni sceniche, si accompagna e si esalta con e tramite l’aspetto pittorico ed estetico, contraddistinto da una cromia pulita e luminosa che esalta,spesso in termini di modellato statuario,la posa e il gesto. Le sue imponenti – in quanto a impaginazione prospettica,ma anche per dimensione reale- figure umane, che sono le principali, se non uniche, protagoniste della scena,del racconto,delle immagini rappresentate ,possiedono una fisicità innegabile, smorzata,tuttavia dai toni cromatici e soprattutto dalle fattezze che,anche nelle figure maschili, hanno qualcosa di femmineo, forse a causa della scarsa dimestichezza della religiosa con l’anatomia maschile. A tale proposito ci sovviene quanto ha scritto Vincenzo Fortunato Marchese nel 1845 a proposito della già da noi citata pittrice rinascimentale Suor Plautilla Nelli: “E’ tradizione che Suor Plautilla volendo studiare il nudo per la figura dei Cristo, si giovasse di quello di una monaca defunta e le altre suore celiando fossero solite dire che la Nelli in luogo di Cristi faceva Criste” . In merito a ciò possiamo dire che tale citata consuetudine non era prerogativa delle sole religiose in quanto anche pittori maschi usavano le proprie modelle per dipingere figure maschili. Fra questi ricordiamo il pittore genovese Mattia Traverso (al quale è riservata una pagina in questo sito) e,come esempio concreto, il suo “Sacro Cuore”, dipinto nel 1945 per la parrocchiale di Campomorone e ivi tutt’oggi collocato. Per concludere diciamo che Aurelia Passaggi-Suor Margherita appartiene a quella schiera di religiose caratterizzate dall’avere fatto sintesi tra santità e amore per la cultura e ,in particolare, per l’arte.

Angelo Valcarenghi.


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Madonna Immacolata. olio su tela,140x250

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Paesaggio con fiume, olio su tela,80x60

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Sacro cuore. olio su tela,110x200

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Gesù parla ai bambini. olio su tela,300x160

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Esodo,1940. olio su tela,129x80

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Gesù nell'orto degli ulivi,1926. olio su tela 205x100

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San Bernardo,olio su tela,150x250

I primi sei quadri sono conservati ed esposti presso la Casa Immacolata Concezione delle Suore di S. Vincenzo in Campomorone. L'ultima (S.Bernardo) è conservata presso la Chiesa parrocchiale di Campomorone.
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