E’ nata a Genova. Si è formata artisticamente dapprima a livello scolastico,successivamente nel corso e per il tramite della sua professione di
Architetto e di docente presso la facoltà d’Architettura,prima a Milano quindi a Genova. Ha frequentato il Liceo Artistico Nicolò Barabino di
Genova e ivi si è diplomata sotto la guida di noti artisti quali Scanavino, Verzetti, Bassano, Fieschi, Bertagnin, Garaventa.
Al Liceo Barabino di quell’epoca si insegnava in primo luogo e principalmente il disegno,in tutte le sue tecniche materiali ed espressive
; Maria Giovanna Figoli ha appreso con padronanza, favorita da una propensione in tal senso, l’uso della tecnica del disegno e soprattutto
le sue potenzialità espressive, conoscenza che ha perfezionata negli anni in cui ,allora studentessa, al Politecnico il disegno
era materia fondamentale per la formazione di un architetto. Una volta laureata la Figoli, dopo un’iniziale attività da libero professionista ,
è entrata a fare parte del corpo docente presso le Facoltà d’Architettura di Milano e Genova e in quell’ambito ha iniziato un’attività di
ricerca e didattica orientata, come Lei stessa dice << alla comprensione dello sviluppo urbano e del suo disegno in rapporto alla morfologia
del territorio quale risultato della connessione tra volontà e disponibilità ,senza smarrire il vincolo della storia e delle civiltà che su “quel territorio”
si erano stabilite consentendo trasformazioni tipologiche ed architettoniche, quali risultato delle evoluzioni politiche, sociali,
economiche e ,quindi,culturali di quel popolo,di quei popoli. Anni appassionati durante i quali era fondamentale fare comprendere
agli studenti il mondo architettonico e urbano che li circondava , “prima” di avere la presunzione d’ inventare qualcosa sul foglio bianco. >>.
Questo modo di pensare e di guardare la realtà esterna traspare con evidenza anche nella sua opera creativa di disegnatrice-pittrice.
Il suo modo espressivo ha chiaramente una matrice grafica; tuttavia il disegno viene “corrotto” da inserti cromatici i quali - lungi dal
mortificare le componenti costitutive del soggetto rappresentato, quali sono l’elemento descrittivo e costruttivo dell’immagine e la forza
dinamica del segno - favoriscono la percezione dei molteplici oggetti, rappresentati in contemporanea con un’abile sintesi spaziale e
accendono la luce sulla rappresentazione scenica, vivificandola.
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