ANSALDI Piero. Nasce a Saluzzo,dove è vissuto sino alla sua morte,nel 1940. Muore nella stessa città nel 2004,mentre in bicicletta si stava
recando a una sua mostra personale. Inizia a dipingere giovanissimo. Sul finire degli anni sessanta partecipa alle prime mostre collettive
e allestisce le prime personali. In quel periodo Ansaldi è fortemente suggestionato e condizionato dalla tradizione figurativa della pittura
subalpina ottocentesca, di conseguenza i suoi soggetti,affrontati e risolti dal vero dipingendo en plein air,sono le montagne del Piemonte,
i boschi,i campi “ coperti di neve mentre i salici spogli allungano le loro ombre sui fossi gelati o su terre ghiacciate”. Da questa linea
di partenza si distacca progressivamente per approntare e consumare altre esperienze tecniche ed espressive ancora in divenire al momento
della sua prematura morte. Il suo lavoro negli anni novanta è caratterizzato da un più deciso e consapevole utilizzo delle tecniche miste
e da una tendenza alla costruzione scenica che tende a liberare l’immagine dalla staticità per trasformarla in racconto,descritto o suggerito.
I temi narrativi utilizzati prendono spunto da visioni d’interni o scorci di paesaggi urbani dove è assente (visivamente)la figura umana e
dove la fanno da protagonisti gli oggetti composti in un suggestivo “disordine” e tramite i quali viene recuperata e fatta percepire la presenza umana.
Scrive Carlo Morra nel catalogo della sua mostra retrospettiva: “ …non c’era soggetto che egli trascurasse: magari tra le darsene di un vecchio porto,o
lungo i canali della Venezia sconosciuta ai turisti,altre volte erano scorci di quotidianità,come una vecchia bicicletta appoggiata ad un muro presso il
portone sgangherato di una periferia di paese,ad attirare la sua attenzione ed a suscitare la sua emozione.” Nel Dicembre 2005 la città di Savigliano gli ha dedicato una mostra personale retrospettiva intitolata “Piero Ansaldi il viandante pittore” .
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