E’ nato a Genova nel 1920 e nella medesima città è mancato nel 1994. Pervaso dall’amore per il disegno e la pittura sin da bambino,
tanto è vero che veniva chiamato “Rucchin u pittu”. La sua attività pubblica inizia a manifestarsi immediatamente alla fine della
seconda guerra mondiale. E’ del 1946 la sua prima mostra personale che darà inizio ad una intensa attività espositiva di grande rilievo
e prestigio in Italia, in Europa, negli U.S.A. Rocco si rivela ben presto un fuoriclasse nel panorama artistico Europeo :
le sue intuizioni e le sue elaborazioni artistiche, come asseriva la studiosa di storia dell’arte prof. Giuliana Biavati,
precorrono i tempi e molte delle avanguardie artistiche che si sono manifestate successivamente in europa devono essere
ricondotte a questo artista genovese.
A
Dopo un esordio figurativo di marca espressionistica e ispirato alle figure del Novecento sironiano ha rapidamente abbandonato
la figurazione per rivolgersi verso linguaggi astratto-informali, per raggiungere infine il territorio che maggiormente ha coltivato,
diventando l’antisegnano della pittura analitica volta allo studio degli elementi cromatici. Utilizzando le parole del critico Germano
Beringheli ricordiamo che furono di notevole pregnanza i suoi interventi didattici sulla Metodologia della Visione,nonché
l’invenzione dei “CROMEMI” ( Unità distinta di colore, termine mediato da “fonema”, che in linguistica disegna l’unità minima
distintiva di suono).
Artista completo pur perseguendo la sua vocazione di ricercatore e di “dissacratore” Rocco Borella non ha
disdegnato operare come restauratore e soprattutto come Insegnante al Liceo Artistico Nicolò Barabino e all’Accademia di Belle Arti
in Genova,producendo una notevole influenza sugli artisti delle più giovani generazioni. Rocco Borella se invece di essere nato e
vissuto a Genova fosse nato nato e/o vissuto in altri capoluoghi italiani o europei, la sua fama sarebbe pari ai suoi meriti
,quindi a diffusione mondiale.
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